Pinaceae
Descritto nel 1565 ma conosciuto già in epoca romana, coltivato in parchi e giardini, è un albero sempreverde grande fino a 30 metri, con foglie lineari, appuntite, riunite in fascetti di 10-20 su brevi brachiblasti. Rami giovani glabri, strobili lunghi 7-12 cm., pigne ellittiche.
Il Cedro del Libano è un albero magnifico con una chioma sempreverde densa, di un colore verde scuro e con rami che scendono fino a terra a coprire il fusto poderoso. Ha un tronco molto aromatico come molto profumate di resina sono le sue pigne che, nel terreno, sembrano delle rose di legno.
Si ha traccia del cedro del Libano già nell’epopea di Gilgamesh, ma i primi ad impiegarlo in maniera massiccia furono i Fenici che di tale materiale costruirono le proprie navi; dopo di loro vi furono gli Egizi, gli ebrei, che sotto Salomone impiegarono tale materiale per il loro Tempio, e poi Assiri, Babilonesi, Persiani, Romani, Arabi, Turchi ed infine libanesi.
Proprio a causa di quest’impiego massiccio e della lenta crescita, il cedro del Libano è senza alcun ombra di dubbio una delle piante che ha rischiato più volte l’estinzione, tanto da venir tutt’oggi considerata “vulnerabile”. Non a caso, persino l’imperatore Adriano ordinò in tempi antichi l’istituzione di un’area protetta per questa pianta, tradizione che vive ancora oggi grazie all’istituzione di 4 aree protette in Libano.
Nei giardini, grandi Cedri sono un po’ ovunque, soprattutto nelle zone a Parco, e particolarmente presenti sono scendendo da villa Cibo verso il viale delle rose. Quando il Cedro cresce isolato riesce ad estendere tutta la sua meravigliosa chioma e, in mezzo ad un prato o ad una radura, riempie tutto lo spazio con la sua imponente eleganza.
Nelle Constitutiones scritte nel 1080 dal beato Rodolfo per tramandare l’insegnamento di S. Romualdo c’è una parte che parla del “significato dei sette alberi“. Vi vengono elencate sette piante e le loro caratteristiche che vengono simbolicamente interpretate come virtù spirituali. Una delle sette piante che il monaco camaldolese deve particolarmente amare e coltivare è il cedro, simbolo di santità e sincerità.
Originario dell’Asia Minore, Siria e Urali, conosciuto in età romana ma coltivato largamente solo alla fine del Settecento, il Cedro del Libano è stato, fin dall’VIII secolo, un albero di grandissime attribuzioni simboliche, spesso contrastanti. Infatti, tutto l’albero è simbolo di Cristo e della Chiesa per la sua imponenza e la sua fragranza, oppure il legno che non marcisce rappresenta l’umanità del Cristo che non subì la corruzione della morte. È stato portato a simbolo degli Angeli, dei Santi, dei Gentili, ma anche di Giuda, la forza del potere temporale, gli eretici e il diavolo.
È stato simbolo dell’eternità (VI sec.), indicato come l’albero del Paradiso (XI sec.)., simbolo di grandezza, divinità e beltà della Vergine Maria, dell’Immacolata Concezione, (XIII sec.).
Nel Talmud di Babilonia è presente un’opinione secondo cui fu proprio il cedro il frutto dell’albero del Bene e del Male.
Per il popolo ebraico era un emblema di grandezza e potenza e incorruttibilità e come tale usato largamente per costruire edifici sacri o simboli di potere temporale come indicato nel Cantico dei cantici “Un baldacchino s’è fatto Re Salomone, con legno del Libano” (3:9-10).
Il Cedro è il principe degli alberi nell’antico Testamento, il tempio aveva molte parti fatte di cedro, Ezechiel (17,22) “dice il Signore Dio: io prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami coglierò un ramoscello e lo pianterò sopra un monte alto, massiccio; lo pianterò sul Monte alto di Israele. Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico: Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà”.
Sempre per Ezechiele il cedro è simbolo della potenza effimera dell’Egitto (31: 1,14), un’aquila simbolo di Giovanni l’evangelista, vola sul Libano e porta un pezzetto di legno strappato dalla cima di un cedro, (17: 22,2): il Libano è la patria celeste e il legno è Ioakin deportato in esilio a Babilonia. Da lui nascerà un germoglio di vite. “Il giusto fiorirà come palma, crescerà come Cedro del Libano (Salmo 91)
Le foglie del cedro hanno un aroma rinfrescante che è dovuto alla presenza di oli essenziali, come l’α-pinene e il limonene, che gli conferiscono proprietà antiossidanti e antibatteriche. Questi composti aromatici non solo contribuiscono al profumo piacevole del cedro, ma hanno anche dimostrato di avere effetti positivi sul sistema respiratorio.
Oltre alle sue proprietà aromatiche, il cedro è noto soprattutto per le sue qualità antisettiche. Gli estratti di cedro sono stati utilizzati per secoli per curare ferite e prevenire infezioni grazie alle loro proprietà antinfettive e antibatteriche. I composti presenti nel cedro possono ridurre la proliferazione dei batteri e aiutare in dermatiti e infezioni della pelle.
Inoltre, il cedro contiene sostanze che favoriscono il rilassamento e il benessere mentale. L’aroma del cedro è stato associato a una riduzione dello stress e dell’ansia, e può aiutare a creare un’atmosfera rilassante e calmante.
Nella medicina ayurvedica, il cedro è stato utilizzato per alleviare l’asma, ridurre l’infiammazione e promuovere la guarigione delle ferite. Nella medicina tradizionale cinese, il cedro è stato utilizzato per trattare disturbi come il mal di testa, l’insonnia e il dolore muscolare.
In molte culture indigene, il cedro è stato considerato un albero sacro e le sue foglie, la corteccia e gli aghi sono stati utilizzati per preparare tisane e infusi per trattare disturbi fisici e anche per scopi spirituali.
In una lunga intervista che Papa Francesco ha concesso al direttore di «Civiltà Cattolica» padre Antonio Spadaro, Papa Francesco definisce la Chiesa “come un ospedale da campo. È vero: quanti feriti ci sono, quanti feriti! Quanta gente che ha bisogno che le sue ferite siano guarite! “. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso”. La caratteristica del Cedro che cura le ferite e l’imponenza e l’eleganza ne fanno un albero che sottolinea la capacità di “guarire” del messaggio evangelico. Il legno di quest’albero non marcisce e quindi è adatto al messaggio sempre fresco e attuale del Cristo, nonché simbolo della sua Resurrezione “9 Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, 10 poiché tu non abbandonerai l’anima mia in potere della morte, né permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione.”. (Salmo 16).
Inoltre, l’imponenza di quest’albero suggerisce la grandezza e l’universalità dell’azione evangelizzatrice della Chiesa.